Marco Lodola, un grande artista e un investimento accessibile
Sono di nuovo qui a parlarvi di investimenti in arte.
Protagonista oggi, Marco Lodola.
Vi ho già introdotto all'argomento nell'articolo precedente, se te lo fossi perso lo trovi qui.
Conoscerete tutti le sue sculture luminose, sono presenti nelle case di moltissimi personaggi della tv e fanno da scenografia a numerose serie e spettacoli in giro per l'Europa, ma facciamo un passo indietro.
Marco Lodola e il Nuovo Futurismo
Le luminose di cui accennavo prima, sono solo l'apice della carriera artistica di Marco Lodola. I suoi studi, fin da subito, lo hanno portato ad intraprendere la strada dell'arte, frequentando l'Accademia di Belle Arti di Firenze per poi continuare in quella di Milano.
Si afferma nella scena italiana a partire dagli anni Ottanta, quando entra a far parte del Movimento chiamato Nuovo Futurismo.
Il gruppo del Nuovo Futurismo è stato fondato, tra la fine del 1983 e l’84, da Luciano Inga-Pin che ha svolto un'intensa attività di talent scout nel contesto della Galleria milanese Il Diagramma.
La denominazione di Nuovi Futuristi stava a sottolineare la profonda eredità lasciata proprio dal Futurismo storico e, in particolare, dalla parte rappresentata da Giacomo Balla e Fortunato Depero. Il nesso che lega il Vecchio al Nuovo Futurismo, risiede nella devozione alla modernità attraverso l'uso di nuovi linguaggi e materiali, esaltando l'aspetto ludico dell'arte che, in questo caso, fa riferimento al mondo dei fumetti, alla pubblicità e ai mass media in generale.
Materiali e forme Super Pop
Poliesteri, perspex, resine sintetiche, sono questi i materiali che permettono di creare opere leggere, colorate; opere che diventano un ibrido di stile, dove contemporaneamente si incontrano arte, design e pubblicità. Nello specifico, potremmo dire che il Futurismo fa capolino nella sfera della Pop-Art. E' proprio in questa linea di congiunzione che si collocano le opere di Marco Lodola.
Il suo lavoro è un processo a sottrarre, i protagonisti delle sue opere sono coloratissimi, vivaci, dalle forme essenziali e senza volto. Tinte decise, sgargianti, senza accenni di sfumature.
I soggetti di Lodola
La cifra stilistica di Marco Lodola trova espressione massima nei suoi soggetti più ricorrenti. Facilmente riconoscibili sono le sue coppie di innamorati in vespa o personaggi famosi come Elvis e David Bowie. Anche se si tratta di personaggi e personalità note e dal valore mediatico elevato, l'intento di Loda è quello di "normalizzarli", spogliandoli dall'aura di mito, per riportarli in una dimensione molto più terrestre e giocosa.
In queste opere sono i colori sgargianti che parlano, si fanno guardare non tanto per quello che rappresentano ma per ciò che emanano: vitalità e leggerezza.
Le sculture più famose della TV
Personalmente apprezzo molto le opere serigrafiche di Marco Lodola, non a caso le propongo anche qui sullo shop online di Fatti d'Arte e devo ammettere che diventano subito sold-out! Confesso però, che le mie opere preferite sono le sculture luminose, ma a quanto pare non tutti sono d'accordo.
Il Presepe di Lodola censurato dalla Rai
Due anni fa, durante il Natale del lockdown, la Rai commissionò a Lodola un presepe. Una versione molto laica e personale dell'artista, dove i protagonisti erano personaggi della musica leggera italiana come Lucio Dalla e Gigliola Cinquetti che interpretavano rispettivamente "Giuseppe e Maria", con alle loro spalle le sagome di un'orchestra. L'istallazione prendeva il nome di ‘Natività. Presepe luminoso’.
In realtà questo presepe alternativo, non ha mai trovato spazio negli ambienti Rai, che ha deciso di tenerlo nascosto, dando vita così ad una clamorosa polemica, seguita con molto interesse anche da Striscia la Notizia. Secondo la redazione del programma, la Rai ha occultato l'opera “forse perché timorosa che un “presepe laico” aprisse qualche polemica tra i più tradizionalisti al punto che l’autore, letteralmente, è andato a riprendersela in viale Mazzini."
Dal canto suo Marco Lodola si è visto costretto ad agire per vie legali. L'artista si è dichiarato molto amareggiato per l'accaduto, accusando la Rai (che da mesi prima aveva avuto modo di vedere le immagini del presepe) di un atteggiamento da medioevo.
Chiusa la porta della Rai si apre il portone degli Uffizi di Firenze
Lodola è uno degli artisti italiani viventi più famosi e questo non poteva essere tralasciato da Eike Dieter Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi che, insieme a Vittorio Sgarbi e il sindaco di Firenze Dario Nardella, hanno colto la palla al balzo e deciso di accogliere le opere di Lodola giusto in tempo per le feste natalizie.
Una vera svolta per un'istituzione di prestigio mondiale come la Galleria degli Uffizi, che ha dimostrato ampiezza di vedute e apertura nei confronti dell'arte pop.
Così, l’installazione realizzata da Marco Lodola è stata visibile per tutto il periodo delle feste natalizie del 2020 dai lungarni, dal Ponte Vecchio e dal piazzale del museo: le varie parti delle quali si componeva erano accolte sia al primo che al secondo piano della Galleria. Il presepe di Lodola è stato concepito come "...una rinascita luminosa che potesse dare un senso di speranza, un mare di facce dove ognuno poteva immaginare la propria".
Anche la Maison Dior non sa resistere alle luminose di Marco Lodola
Chi naviga nel mondo del design e del fashion, non resta indifferente al richiamo dell'arte. Di fatti, Dior non è nuova alle collaborazioni con il panorama artistico contemporaneo. Dopo Marinella Senatore, Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Dior, sceglie per la Collezione Inverno 2021, Marco Lodola per illuminare le vetrine delle 400 boutique della maison in tutto il mondo, da New York a Milano, passando da Londra fino ad Atene.